Pronomi personali complemento 

Pronomi personali complemento

esercizio pagina 257 tutta per lunedì18maggio

I pronomi personali complemento possono avere tre funzioni e si usano quando il pronome non svolge nella frase la funzione di soggetto.
  • Funzione di complemento oggetto:
guardalo come gioca bene;
accompagnami a casa per favore;
ti sto osservando;
  • Funzione di complemento indiretto:
non voglio che mi parli di lui;
penso sempre a te;
  • Funzione di complemento di termine:
mi hanno portato un libro;
ti porterò una fetta di dolce;
I pronomi personali complemento hanno due forme:
  • le forme toniche o forti, che danno alla frase un particolare rilievo essendo fornite di un accento
  • le forme atone o deboli, chiamate così perché non hanno un loro accento, la pronunzia si appoggia alla parola precedente (enclitica) o seguente (proclitica)
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Il Pronome 

Il pronome: cos’è e a cosa serve

 Caratteristiche dei pronomi

Il pronome (ovvero “che stal al posto del nome”) è una parte variabile del discorso che ha la funzione di sostituire – è infatti detto anche “sostituente” – un’altra parte del discorso; ad esempio, nella frase: Ho visto Giacomo e gli ho detto della festa di stasera
Il pronome “gli” sostituisce il nome “Giacomo” nella frase coordinata, evitando una ripetizione ma specificando comunque i rapporti logici tra il nome sostituito e l’azione espressa dal predicato verbale(ovvero: ho detto a Giacomo di venire alla festa). I pronomi possono essere usati in sostituzione di un sostantivo (come nell’esempio che abbiamo visto), un aggettivo (“Marco è molto gentile, e questa è una bella qualità”), un pronome (ad esempio, con un pronome relativo: “Invece di quel computer in offerta ho comprato questo, che è più potente”) o un’intera frase (“Matteo ci ha mandato un biglietto di auguri; e questo è un bel gesto”).

Le varie tipologie di pronome si possono suddividere in differenti classi:

  • I pronomi personali, che si suddividono a loro volta in pronomi personali soggetto, complemento e pronomi riflessivi;
  • I pronomi possessivi, che indicano a chi appartiene ciò che il pronome sostituisce;
  • pronomi dimostrativi, che specificano la collocazione spaziotemporale o l’identità del nome o della parte del discorso sostituita dal pronome;
  • I pronomi indefiniti, che indicano, in maniera imprecisata, una quantità (nel caso di oggetti) o una identità (nel caso di persone);
  • I pronomi relativi, che, sostituendo un nome, uniscono due differenti proposizioni e danno origine ad una subordinata relativa;
  • I pronomi interrogativi ed esclamativi, che servono per introdurre una domanda (nelle forme della interrogativa diretta o indiretta) o un’esclamazione 1.

All’interno della frase, i pronomi condividono con nomie aggettivi le suddivisioni in genere e numero, ma, a differenza di questi ultimi due, costituiscono una classe chiusa e ben definita grammaticalmente, quando invece sostantivie ed aggettivi si arricchiscono numericamente per il naturale evolversi di una lingua (pensiamo, ad esempio, al caso dei neologismi).

Le particolarità dei pronomi
Tra le particolarità del sistema dei pronomi, bisogna ricordare che:

  • In alcuni casi, le forme dei pronomi coincidono con quelle dei realtivi aggettivi, e quindi bisogna far riferimento al contesto per capire qual è la funzone logica di ciascun termine; si veda la frase:Questa macchina rossa è molto veloce, ma quellagialla lo è ancor di più. “Questa” è un aggettivo dimostrativo, mentre “quella” è un pronome dimostrativo.
  • A differenza degli aggettivi, non abbiamo con i pronomi gradi di comparazione o eventuali alterati.
  • La posizione nella frase di aggettivi e pronomi non è sempre interscambiabile; “la mia auto” non può diventare “la questa auto”.

esercizi pagina 239 n1-2 per lunedì 11maggio2020 – sempre da caricare sulle attività di microsoft365
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https://youtu.be/NkLzmbC-YhY

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L’Italia feudale, lezione 3 -4 capitolo 16 

Buongiorno, iniziamo a leggere le pagine 323-324-325-325 del libro di storia. .

Nel XV secolo anche il papato costituisce uno Stato territoriale nella penisola. Abbandonato ogni progetto universalistico e riportata la sede papale a Roma dopo il periodo avignonese, i papi del Quattrocento si dedicarono alla costruzione di un vero e proprio Stato territoriale al centro della Penisola, basandosi sull’organizzazione amministrativa che il cardinale Albornoz aveva espresso nelle Costituzioni egidiane (1357).

Dal Comune alla Signoria

  • Tra XIV e XV secolo si formarono nella penisola cinque Stati territoriali, nessuno dei quali abbastanza forte da imporre la propria egemonia sugli altri.
  • Tale assetto territoriale viene definito policentrismo.
  • In questo periodo avvenne una graduale trasformazione delle istituzioni comunali in signorie e principati.

    Milano, Venezia e Firenze

    • Nel 1311 la famiglia Visconti divenne assunse il potere politico a Milano, avviando un processo di trasformazione da comune a signoria e una politica di espansione territoriale.
    • Nel 1395 Gian Galeazzo Visconti ottenne il titolo di Duca di Milano.
    • Nel 1454 Francesco Sforza venne riconosciuto come nuovo duca di Milano nella pace di Lodi, che sancì anche un equilibrio tra gli Stati italiani che durò fino alla fine del Quattrocento.
    • Nel 1381 le politiche espansionistiche di Venezia subirono una battuta d’arresto con la sconfitta nella Guerra di Chioggia contro Genova.
    • Tra il 1404 e il 1428, complice la decadenza della potenza genovese, Venezia riprese la sua politica espansionistica, costituendo un vasto Stato territoriale nell’Italia nordorientale.
    • Nel 1434 Cosimo de Medici si impadronì del potere a Firenze, e pur rispettando formalmente le istituzioni repubblicane della città, la trasformò in una signoria.
    • Sotto la dinastia medicea Firenze conobbe un periodo di sviluppo economico e culturale, in particolare durante il governo di Lorenzo il Magnifico.
  • Stato della Chiesa e Meridione

    • Nel XV secolo anche il papato, tornato a Roma dopo il periodo avignonese, costituì un vero e proprio Stato territoriale nell’Italia centrale, seguendo il modello organizzativo elaborato da Albornoz nelle costituzioni egidiane.
    • Il Regno di Napoli governato dagli angioini dal 1302 era caratterizzato da una profonda arretratezza economica e politica, alla quale si aggiunse una lunghissima crisi dinastica che durò dal 1343 al 1442.
    • Nel 1442 Alfonso V d’Aragona riunì le corone di Napoli e di Sicilia, dando avvio ad un’opera di ammodernamento, ma alla sua morte nel 1458 il Regno di Napoli e quello di Sicilia furono nuovamente divisi.

.. per lunedì11maggio2020 dovete creare 1 domanda chiave per ogni paragrafo solo della lezione 3.

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Comprensione 

Buongiorno, prendete vostro libro di antologia pagina 784 ed iniziate a leggere il testo. Il testo è argomentativo* e cercherà di darvi alcune informazioni. Dopo aver letto con cui iniziate a leggere gli esercizi di pagina 785-786-787-788.

Esercizi da inviare su microsoft365 per venerdì15maggio2020

*Si definisce testo argomentativo uno scritto in cui l’autore espone la propria tesi riguardo a una certa questione e la sostiene attraverso una catena di ragionamenti legati tra loro e sostenuti da dati. Lo scopo è quello di convincere gli altri che l’idea sostenuta sia giusta e degna di credibilità. In caso siano presenti opinioni contrarie, lo scopo del tutto è quello di convincere, oltre che della validità della tesi, della falsità o dell’imprecisione dell’antitesi. Lo scopo finale quindi è contrastare le opinioni contrarie alla tesi.

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