L’ Europa brucia: il Quarantotto
“Fare un quarantotto!”. L’espressione, è noto, significa “creare confusione, scompiglio, disordine”. La sua origine è legata agli eventi dell’anno 1848, la cosiddetta “Primavera dei popoli”.
Fu, di fatto, l’epilogo della politica congegnata al Congresso di Vienna da chi aveva sconfitto Napoleone.
Per l’Italia fu uno dei momenti più importanti del processo risorgimentale. Mentre molte città d’Europa si ribellavano per ottenere riforme sociali o per chiedere la concessione di carte costituzionali, nella penisola le lotte si saldarono alla battaglia patriottica volta a ottenere l’indipendenza e l’unità del Paese.
Dal punto di vista continentale, fu Parigi che diede fuoco alle polveri per prima. La monarchia di luglio (quella instaurata da Luigi Filippo d’Orleans nel 1830) era ormai alle corde, scandali e accuse di malgoverno erano all’ordine del giorno. La capitale francese scese in piazza, e per le strade si eressero di nuovo le barricate. Il re, senza lottare, abdicò: la Francia era nuovamente una repubblica.
L’anno delle grandi rivoluzioni, però, aveva preso avvio in Italia, precisamente a Palermo. La Sicilia viveva, da anni, in una condizione di profonda insoddisfazione: da un lato il malgoverno borbonico, dall’altro la perdita dello status di Regno (al Congresso di Vienna le due corone del Sud Italia erano state unite). Il 12 gennaio scoppiò la rivolta: l’isola si dichiarò indipendente e i borbonici vennero cacciati (tranne che da Messina). Ma nel breve volgere di un anno l’esercito borbonico avrebbe avuto la meglio sugli insorti. Ruggero Settimo, presidente del governo isolano, lasciò la Sicilia.
Quanto accaduto in Sicilia, però, ebbe importanti ripercussioni. Nello stesso Regno delle Due Sicilie il re fu obbligato a concedere una Costituzione, imitato in seguito da Leopoldo II di Toscana e, soprattutto, da Carlo Alberto di Savoia che concesse, nel 1848, quello Statuto destinato a diventare la Costituzione del Regno d’Italia.
Intanto la rivoluzione che avanzava in tutta Europa colpiva anche l’Impero d’Austria, addirittura la stessa Vienna. I territori italiani dell’Impero, il cosiddetto Regno Lombardo-Veneto, ben presto si infiammarono.
A Milano la ribellione (passate alla storia come le Cinque giornate) portò alla proclamazione di un governo provvisorio nel quale figurava il patriota (e pensatore federalista) Carlo Cattaneo. Lo straniero era stato battuto, ora toccava all’Italia impegnarsi per la riscossa. O almeno così speravano i patrioti.
L’iniziativa fu presa dal re di Sardegna Carlo Alberto che varcò in armi il Ticino. Sotto pressione dei rispettivi sudditi anche Leopoldo II di Toscana, Ferdinando II di Borbone e perfino il papa furono costretti a partecipare alla lotta. Era la Prima guerra d’indipendenza nazionale. Ma i sovrani italiani guardavano con sospetto alle ambizioni espansionistiche del Savoia. Inoltre lo Stato pontificio si trovava nella scomoda posizione di essere in guerra contro uno Stato cattolico. Pio IX si ritirò, seguito immediatamente dagli altri sovrani. Il Regno di Sardegna, da solo, non resse l’urto del ritorno degli austriaci guidati da Josef Radetzky. Milano cadde in agosto. L’anno successivo Carlo Alberto tornò a sfidare l’Impero, ma l’esercito sabaudo venne duramente sconfitto a Novara e il re abdicò.
Quasi contemporaneamente rispetto a Milano era insorta anche Venezia, dove si proclamò la Repubblica di San Marco. Il governo rivoluzionario veneto, guidato da Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, avrebbe tenacemente resistito al ritorno in forze degli austriaci, per cadere, infine, soltanto nel 1849.
Stessa sorte toccò alla Repubblica Romana, nata alla fine dell’anno dopo la fuga del papa e guidata da un triumvirato composto da Aurelio Saffi, Carlo Armellini e, soprattutto, Giuseppe Mazzini. A difenderla le armi di Garibaldi, che furono però impotenti quando, nel 1849, il papa fu reinsediato dall’intervento armato della Francia dove l’esperienza rivoluzionaria si era esaurita e il potere era passato nelle mani di Luigi Napoleone Bonaparte, futuro Napoleone III.
per lunedì 25maggio fare le domande chiave 1 per ogni paragrafo del capitolo 16