Buongiorno ragazzi, oggi vi lascio un brano un po’ lungo. Dovrete leggerlo e capirlo, soltanto in seguito dovrete svolgere gli esercizi di comprensione. Buon lavoro
per lunedì 20aprile2020
COME SONO DIVENTATO PORTIERE
Mi avevano fatto giocare con loro perché recuperavo la palla ovunque finiva. Una destinazione abituale era il balcone di un appartamento abbandonato del primo piano. La voce era che ci abitava un fantasma. I vecchi palazzi contenevano botole murate, passaggi segreti, delitti e amori. I vecchi palazzi erano nidi di fantasmi. Andò così la prima volta che salii al balcone. Dal finestrino a piano terra del cortile dove abitavo, il pomeriggio guardavo il gioco dei più grandi. Il pallone calciato male schizzò in alto e finì sul terrazzino di quel primo piano. Era perduto, un superflex paravinil1 un po’ sgonfio per l’uso. Mentre bisticciavano sul guaio, mi affacciai e chiesi se mi facevano giocare con loro. Sì, se ci compri un altro pallone. No, con quello, risposi. Incuriositi accettarono. Mi arrampicai lungo il tubo dell’acqua che passava accanto al terrazzino e proseguiva in cima. Era piccolo e fissato al muro con dei morsetti arrugginiti. Cominciai a salire, il tubo era coperto da polvere, la presa era meno sicura di quello che mi ero immaginato. Mi ero impegnato, ormai. Guardai in su: dietro i vetri di una finestra del terzo piano c’era lei, la bambina che cercavo sempre di sbirciare. Era al suo posto, la testa appoggiata sulle mani. Di solito guardava il cielo, in quel momento no, guardava giù. Dovevo continuare e continuai. Per un bambino cinque metri sono un precipizio. Scalai il tubo puntando i piedi sui morsetti fino all’altezza del terrazzino. Sotto di me si erano azzittiti i commenti. Allungai la mano sinistra per arrivare alla ringhiera di ferro, mi mancava un palmo. In quel punto dovevo fidarmi dei piedi e stendere il braccio che teneva il tubo. Decisi di farlo di slancio e ci arrivai con la sinistra. Ora dovevo portarci la destra. Strinsi forte la presa sul ferro del terrazzo e buttai la destra ad afferrare. Persi l’appoggio dei piedi: le mani ressero per un momento il corpo nel vuoto, poi subito un ginocchio, poi due piedi e scavalcai. Com’è che non avevo avuto paura? Capii che la mia paura era timida, per uscire allo scoperto aveva bisogno di stare da sola. Lì invece c’erano gli occhi dei bambini sotto e quelli di lei sopra. La mia paura si vergognava di uscire. Si sarebbe vendicata dopo, la sera nel buio del letto, col fruscio dei fantasmi nel vuoto. Buttai il pallone di sotto, ripresero a giocare senza badare a me. La discesa era più facile, potevo stendere la mano verso il tubo contando su due buoni appoggi per i piedi sul bordo del terrazzino. Prima di allungarmi verso il tubo guardai veloce al terzo piano. Mi ero offerto all’impresa per desiderio che si accorgesse di me, minuscolo scopettino da cortile. Era lì con gli occhi sbarrati, prima che potessi azzardare un sorriso era scomparsa. Stupido a guardare se lei stava guardando. Bisognava crederci senza controllare, come si fa con gli angeli custodi. Mi arrabbiai con me buttandomi lungo il tubo in discesa per togliermi da quel palcoscenico. Sotto mi aspettava il premio, l’ammissione al gioco. Mi misero in porta e fu così deciso il mio ruolo, sarei diventato portiere. Da quel giorno mi chiamarono “ ’a scigna”, la scimmia. Mi tuffavo in mezzo ai loro piedi per afferrare la palla e salvare la porta. Il portiere è l’ultima difesa, dev’essere l’eroe della trincea. Prendevo calci sulle mani, in faccia, non piangevo. Ero fiero di giocare coi più grandi, che avevano nove e anche dieci anni. Capitò altre volte il pallone sul terrazzino, ci arrivavo in meno di un minuto. Davanti alla porta da difendere c’era una pozzanghera, per una perdita d’acqua. All’inizio del gioco era limpida, potevo vederci di riflesso la bambina ai vetri, mentre la mia squadra attaccava. Non l’avevo mai incontrata, non sapevo com’era il resto del corpo, sotto la faccia appoggiata alle mani. Nei giorni di sole dal mio finestrino arrivavo a risalire a lei attraverso un rimbalzo di vetri. Restavo a guardarla finché non mi lacrimavano gli occhi per la luce. Da poco in un appartamento del palazzo era arrivato un apparecchio televisivo. Sentivo dire che si vedevano persone e animali che si muovevano ma senza i colori. Invece io potevo guardare la bambina con tutto il marrone dei capelli, il verde del vestito, il giallo che ci metteva il sole.
(Tratto e adattato da: E. De Luca, Il giorno prima della felicità, Milano, Feltrinelli, 2011)
A1. Dove finiva spesso il pallone?
……………………………………………………………..
A2. Nelle frasi “Mi avevano fatto giocare con loro”, “Mentre bisticciavano sul guaio” e “Incuriositi accettarono”, il soggetto è sottinteso. Di chi si sta parlando?
……………………………………………………………..
A3. A quale fatto si riferisce il “guaio” di cui si parla alla riga 10?
- □ Il pallone era finito su un balcone
- □ I ragazzi si erano messi a litigare fra loro
- □ Il pallone era sgonfio per il troppo uso
- □ I giocatori erano rimasti senza portiere
- A4. Nel testo da riga 10 a riga 11, l’autore in due occasioni riporta le parole pronunciate dai giocatori e dal protagonista senza metterle tra virgolette. Trascrivile qui sotto.
I giocatori dicono: …………………………………………………………………………………… Il protagonista dice: ………………………………………………………………………………… - A5. Scegli e sottolinea nell’elenco che segue le due espressioni del testo da cui si capisce che non era la prima volta che il protagonista vedeva la bambina del terzo piano.di solito / giù / no / sempre / su / in quel momento
- A6. Nel testo la frase “Mi ero impegnato, ormai” (riga 15) è separata dalla frase precedente da un punto fermo. Se tu volessi collegare le due frasi togliendo il punto, quale tra le seguenti parole useresti?
- □ Perciò
- □Ma
- □ Infatti
- □ Quando
A7. Che cosa significa la parola “precipizio” (riga 20)?
- □ Problema
- □ Salto
- □ Strapiombo
- □ Spavento
A8. Perché l’autore descrive in ogni minimo particolare tutti i movimenti che il protagonista fa per raggiungere il balcone?1.Per spiegare perché a un certo punto il protagonista abbandona l’impresa
2.Per dare un esempio di quanto siano imprudenti i ragazzi
3.Per sottolineare il rischio che corre il protagonista e la sua fatica
4.Per fare capire che il protagonista era poco coraggioso
A9. Individua l’unica frase che non corrisponde a ciò che l’autore vuole sottolineare dicendo “Sotto di me si erano azzittiti i commenti” (riga 21).
- □ Tutti avevano smesso di parlare
- □ Si era creata un’atmosfera di attesa
- □ I giocatori erano in ansia per il protagonista
- □ I giocatori non avevano più voglia di giocare
A8. Perché l’autore descrive in ogni minimo particolare tutti i movimenti che il protagonista fa per raggiungere il balcone?
A10. Alle righe 26 e 27 si legge “poi subito un ginocchio, poi due piedi e scavalcai”. Tra “poi” e “subito”, così come tra “poi” e “due piedi”, è sottinteso un verbo. Quale?
- □strinsi
- □buttai
- □afferrai
- □appoggiai
A11. Rileggi le righe da 27 a 31. Qual è il significato di questa parte del testo?
1.Il protagonista aveva paura soltanto dei fantasmi che si muovevano intorno a lui
2.Il protagonista era un bambino timido e quando gli altri lo osservavano si sentiva in grande imbarazzo
3.Il protagonista aveva paura ma non poteva farlo vedere perché voleva dimostrarsi coraggioso agli occhi degli altri e della bambina
4.Il protagonista si vergognava di essere tanto più piccolo degli altri ed era sicuro che non l’avrebbero mai fatto giocare con loro
- A12. Trova nel capoverso da riga 32 a 41 la frase che spiega perché il protagonista si era offerto di recuperare il pallone e trascrivila qui sotto …………………………………………………………………………………………………………………
- A13. Il protagonista si sente come un “minuscolo scopettino da cortile” (riga 36) perché
- □ pensa di essere insignificante agli occhi degli altri
- □ è alto come uno scopettino da cortile
- □ i più grandi lo costringevano a scopare il cortile
- □ pensa di essere strumentalizzato dagli altri
A14. Perché il protagonista si dà dello “stupido” (riga 37)?
2.Perché non ha capito che la bambina era il suo angelo custode
3.Perché ha spaventato la bambina che lo fissava con gli occhi sbarrati
4.Perché ha ceduto alla tentazione di guardare se la bambina lo stava osservando e così l’ha fatta allontanare
A15. La parola “palcoscenico” (riga 40) richiama il teatro. L’autore usa questa parola per sottolineare che
2.il cortile con le finestre e i balconi che vi si affacciavano ricordava un teatro
3.il protagonista si era trovato al centro dell’attenzione con tutti gli occhi puntati su di lui
4.gli altri ragazzi avevano imposto al bambino di recitare una parte che non era la sua
A16. Nella frase “Mi misero in porta e fu così deciso il mio ruolo, sarei diventato portiere” (righe 40‐41), quale altro segno di punteggiatura si potrebbe mettere al posto della virgola senza modificare nessun altro elemento?
- □ Punto e virgola
- □Duepunti
- □ Punto fermo
- □ Punto esclamativo
- A17. Quanti anni ha il protagonista del racconto?
- □ Più di dieci
- □ Dieci
- □ Nove
- □ Meno di nove
- A18. Quali caratteristiche, in base al testo, ha il protagonista del racconto?Metti una crocetta per ogni riga.
a) È coraggioso
□vero
□falso
b) È agile
□vero
□falso
c) È violento
□vero
□falso
d) È grasso
□vero
□falso
e) È innamorato
□vero
□falso
f) Ama la solitudine
□vero
□falso
A19. Il protagonista viene soprannominato “la scimmia” dagli altri ragazzi per
- □ la sua agilità
- □ la sua vivacità
- □ la sua bassa statura
- □ la sua magrezza
A20. Qui sotto sono elencati gli eventi principali del racconto. Mettili in ordine cronologico dal primo all’ultimo con un numero da 1 a 5.
a) Il protagonista si arrampica sul balcone |
……… |
b) Nessuno sa come recuperare il pallone |
……… |
c) Il pallone finisce sul balcone |
……… |
d) I ragazzi accettano il protagonista nella loro squadra |
……… |
e) Il protagonista butta di sotto il pallone |
……… |
- A21. La bambina del terzo piano rimane per il protagonista un’immagine riflessa nell’acqua della pozzanghera o nei vetri. Perché il protagonista non tenta più di guardarla direttamente?
- □ Per non ripetere l’errore già commesso
- □ Per non essere preso in giro dai compagni
- □ Perché lei non voleva più vederlo
- □ Perché la sua finestra era troppo in altoL1306A2200
- A22. Nella parte finale del testo si mettono in contrasto le immagini della televisione e l’immagine della bambina. Qual è la differenza fondamentale tra le prime e la seconda?………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………
ok prof