L’ACCENTO E L’APOSTROFO

La forza della voce è l’accento.
Il segno dell’accento si mette quando la nostra voce cade con maggiore forza sull’ultima lettera di una parola:

sincerità, verità, caffè, bignè, lunedì, perciò, però, falò, tribù, gioventù, ragù…

Alcune volte, a seconda di dove cade, l’accento cambia il significato delle parole:

faro – farò, meta -metà, papa – papà…

Alcuni monosillabi hanno sempre l’accento: già, giù, più, può, ciò.

Altri non hanno mai l’accento: qui, qua, fu, fa, sto, su, va.

Altri possono avere l’accento o non averlo, a seconda del loro significato:

la – là, li – lì, si – sì, ne – nè, se – sè, da – dà, te – tè.

Sì vuole l’accento quando è il contrario di no.

Dà vuole l’accento quando significa dare ed è terza persona singolare del verbo.

Dì accentato significa “giorno”.

Là e lì vogliono l’accento quando indicano una posizione.

Tè vuole l’accento quando indica una bevanda.

Né vuole l’accento quando significa “e neanche”, “non”

e comunque rappresenta una negazione.

(Né la pasta, né la minestra= Non la pasta e neanche la minestra.)

 Ricorda poi che e = congiunzione, è = verbo essere.

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