👪Giochiamo e divertiamoci insieme a mamma e papà, nonni e nonne, zii e zie: consigli.
1) PER RIFLETTERE UN PO’.
https://www.wwf.it/pandemie_e_distruzione_degli_ecosistemi.cfm
PERCHÈ È FONDAMENTALE DIFENDERE GLI ECOSISTEMI.
La grande varietà di specie animali e vegetali in relazione tra loro creano un ecosistema.
Tutti gli ecosistemi sono in grado di adattarsi agli stress associati alla riduzione della biodiversità in una certa misura, tuttavia la perdita di biodiversità ne riduce la complessità.
Come in un puzzle a cui vengono a mancare alcuni pezzi, anche in questo caso le singole ma fondamentali componenti vengono perse, e l’ecosistema perde la sua capacità di riprendersi.
PERDITA DI BIODIVERSITÁ.L’impatto dell’uomo sugli ecosistemi naturali ha oggi modificato in modo significativo il 75% dell’ambiente terrestre e circa il 66% di quello marino e messo a rischio di estinzione circa 1 milione di specie animali e vegetali.
Alcune conseguenze dell’azione umana sul Pianeta e sugli ecosistemi potrebbero essere:
- l’aumento dei siti di riproduzione dei vettori delle malattie
- la perdita di specie predatrici e la diffusione amplificata degli ospiti serbatoio
- i trasferimenti di patogeni tra specie diverse
- i cambiamenti genetici indotti dall’uomo di vettori di malattie o agenti patogeni (come la resistenza delle zanzare ai pesticidi)
- la contaminazione ambientale con agenti di malattie infettive.
COMMERCIO ILLEGALE DI SPECIE.
Tre quarti (75%) delle malattie umane fino ad oggi conosciute derivano da animali e la maggior parte (60%) delle malattie emergenti sono trasmesse da animali selvatici.
Il commercio di specie selvatiche (wildlife traffic) e il diretto contatto con parti di animali attraverso lo scambio di liquidi espone l’uomo a contatto con virus o altri agenti patogeni di cui quell’animale può essere un ospite.
E’ comprovato che il contatto con specie selvatiche come pipistrelli, civette delle palme, scimmie e altri animali può portare all’ insorgere e contribuire alla diffusione di gravi zoonosi come la SARS (civetta delle palme), Ebola (primati).
DISTRUZIONE DELLE FORESTE.
Le foreste ospitano milioni di specie in gran parte sconosciute alla scienza moderna, tra cui virus, batteri, funghi e molti altri organismi molti dei quali parassiti, nella più parte dei casi benevoli che non riescono a vivere fuori del loro ospite e non fanno troppi danni.
Oggi però il cambiamento di uso del territorio come le strade di accesso alla foresta, l’espansione di territori di caccia e la raccolta di carne di animali selvatici , lo sviluppo di villaggi in territori prima selvaggi, ha portato la popolazione umana a un contatto più stretto con l’insorgenza del virus.
Nelle foreste incontaminate dell’Africa occidentale, ad esempio, vivono alcuni pipistrelli portatori del virus Ebola. Così come è accaduto con patologie come la febbre gialla, la leishmaniosi o l’HIV, dove il virus si è adattato all’ uomo a partire dalla variante presente nelle scimmie delle foreste dell’Africa Centrale.
UN NUOVO HABITAT PER I VIRUS EMERGENTI.
Facilitati dalla distruzione degli ecosistemi e dal riscaldamento globale, dall’ inquinamento e dall’ aumento della popolazione i nostri veri nemici hanno nuovi spazi da conquistare e nuove prospettive di sviluppo.
Le periferie degradate e senza verde di tante metropoli tropicali si trasformano nell’habitat ideale per malattie pericolose come la febbre dengue, il tifo, il colera, la chikungunya.
I mercati di quelle stesse metropoli, che siano in Africa o in Asia, spacciano quello che rimane della fauna predata: animali selvatici vivi, parti di scimmie e tigri, carne di serpente, scaglie di pangolini e altro ancora, creando nuove opportunità per vecchie e nuove zoonosi.
E in tutta questa sarabanda il riscaldamento globale è l’ultimo perfetto condimento: tutti i virus e i batteri prediligono il caldo umido favorito dalle nuove condizioni climatiche.
2. Il mondo che verrà, la campagna del WWF per difendere l’ecosistema.
http://colibrimagazine.it/ambiente/mondo-verra-la-campagna-del-wwf-difendere-lecosistema/
3. Libri
Virginie Aladjidi, Emanuelle, Tchoukriel, Inventario illustrato degli insetti L’ippocampo Junior (2013)