Insieme per lavorare
Esercizi con le misure di tempo
ESEGUI I SEGUENTI ESERCIZI:
Il suono e l’eco
IL SUONO E L’ECO (Studiare a pag 350- 351 del libro di testo)
Il suono è un fenomeno fisico che stimola il senso dell’udito: esso è provocato dal rapido movimento (vibrazione) di un qualsiasi corpo (una corda, un elastico, un pezzo di legno, una colonna d’aria, ecc.)
Suoni e rumori possono essere alti e bassi, lunghi e brevi, forti e deboli.
La disciplina che studia le caratteristiche dei suoni si chiama acustica.
L’intensità è la caratteristica che ci permettere di distinguere i suoni forti da quelli deboli; in pratica quello che comunemente chiamiamo il volume del suono.
L’intensità è determinata dalla forza con la quale un corpo sonoro viene messo in movimento e, di conseguenza, dall’ampiezza delle vibrazioni.
L’intensità del suono si misura in decibel.
L’eco è un fenomeno acustico dovuto alla riflessione delle onde sonore da parte di un ostacolo. Si verifica soltanto in determinate condizioni, che dipendono dalla distanza dell’ostacolo dalla sorgente del suono.
Se gridiamo una parola di fronte a una montagna le onde sonore si infrangono contro la parete e vengono riflesse all’indietro. Perché il nostro orecchio senta distintamente sia la parola gridata da noi sia quella riflessa, è necessario che il tempo impiegato dal suono riflesso per raggiungerci sia di almeno un decimo di secondo. In questo lasso di tempo il suono percorre circa 34 metri. Quindi, perché si verifichi l’eco, l’ostacolo deve trovarsi almeno a una ventina di metri di distanza da noi. Se la distanza è minore si udirà solo un fastidioso rimbombo.
EMILIA ROMAGNA
L’ Emilia Romagna è una regione particolare del nostro Paese: lì si “incontrano” Italia del Nord e Italia del Centro, Appennino Ligure e Appennino Tosco-Emiliano, Emilia e Romagna. In pratica sono due regioni in una . In Emilia (che una volta era parte della Lombardia) si trovano parte della provincia di Bologna (compreso il capoluogo) e le province di Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Piacenza e Parma. In Romagna si trova la parte restante della provincia di Bologna e le province di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.
L’Emilia Romagna confina con il Veneto e la Lombardia a nord, con la Toscana, la Repubblica di San Marino e le Marche a sud, con il Piemonte e la Liguria a ovest e con il mare Adriatico a est.
Nell’antichità la regione fu abitata prima dagli Etruschi e in seguito, intorno al VI secolo a.C., dai Celti . Poi fu la volta dei Romani , che nel III secolo la unirono alla Liguria. Tra il 400 e il 500 della nostra era, la città di Ravenna divenne addirittura capitale dell’Impero romano d’Occidente . Dopo alterne vicende storiche, nell’XI secolo la regione passò sotto il controllo dello Stato Pontificio . Tra il 1700 e il 1800 l’Emilia e la Romagna, che erano divise, entrarono a far parte della Repubblica Cisalpina poi, nel 1860, si unirono al Regno d’Italia. Nel 1947 l’Emilia e la Romagna diventarono un’unica regione.
Territorio – l’acqua
L’Emilia Romagna è ricca di corsi d’acqua , molti dei quali non si gettano direttamente nel mare, bensì in altri fiumi . Il fiume maggiore è il Po , che è il più lungo d’Italia e attraversa anche il Piemonte e la Lombardia. Poi c’è il Reno , che è il secondo in ordine di grandezza, la Secchia, il Panaro, il Savio, la Trebbia, l’Enza, il Nure e il Taro.
In Emilia Romagna si incontrano due catene montuose appenniniche . Le cime più famose sono il monte Cimone , il Fumaiolo e la Maggiorasca. Nel complesso, comunque, la regione è a prevalenza pianeggiante, dal momento che in gran parte si stende sulla pianura Padana .
STUDIARE A PAG. 142 e 143 del libro di testo.
OPERAZIONI CON LE MISURE DI TEMPO
RICORDA
Per eseguire le operazioni con le misure di tempo, nell’ambito dei secondi, dei minuti e delle ore bisogna ricordare che non si procede secondo il SISTEMA DECIMALE, ma secondo il SISTEMA SESSAGESIMALE, per cui nel calcolo sessagesimale lo scatto di un’unità non avviene con il numero 10, ma con il numero il 60.
ESEGUI GLI ESERCIZI SECONDO LA TABELLA SEGUENTE:
h | min | s | |
5 | 17 | 25 | + |
25 | 34 | = | |
5 | 42 | 59 |
2h 45min + 2h 12min =
5h 17min 25s + 25min 34s=
7h 26min 14s + 1h 28min 32 s =
9h 4min – 2h 18 min
6h 19min 15s- 3h 26 min 9s =
8h 25min 38s – 2h 35min 1s =
LA VOCE
LA VOCE
STUDIARE LA LEZIONE A PAGINA 349 DEL LIBRO DI TESTO.
La voce è il suono, parlato o cantato, emesso dall’uomo quando le corde vocali vibrano nella laringe durante l’espirazione dell’aria; tale suono viene poi fatto risuonare all’interno della faringe, della bocca e del naso.
Anatomia e fisiologia dell’apparato vocale
La voce umana si origina grazie all’interazione coordinata del sistema respiratorio (attraverso il quale viene emessa l’aria necessaria per produrre il suono), della laringe (in cui le corde vocali fanno vibrare l’aria espirata dai polmoni, con il concorso dei movimenti del torace, del diaframma e delle pareti addominali) e di cavità come laringe, faringe, naso, bocca, che fungono da risuonatori e influiscono sul timbro vocale. Tutti gli organi che collaborano all’emissione della voce, costituiscono l’ APPARATO FONATORIO.
La laringe, ospita le corde vocali, pieghe muscolari che vibrano al passaggio dell’aria generando la voce.
Nel silenzio, le corde vocali presentano un’apertura triangolare, detta glottide.
Durante la fonazione, cioè la produzione e l’emissione di suoni attraverso gli organi vocali, le corde vocali si accostano, chiudendo più o meno la glottide.
La laringe da sola può produrre solo suoni inarticolati: la produzione della voce, e quindi del linguaggio, necessita della partecipazione di labbra, denti, lingua, ugola e faringe.
La fonazione non potrebbe però avvenire senza l’intervento di una precisa zona dell’emisfero sinistro del cervello.
Classificazione delle voci
La varietà della voce, che cambia da un individuo all’altro, dipende da differenze anatomiche: individui con laringe stretta e corde vocali corte hanno voci acute; laringe più larga e corde vocali lunghe producono invece voci gravi. A seconda dell’estensione e, genericamente, del timbro, le voci si distinguono in maschili (virili) e femminili.
Partendo dalle più acute alle più gravi, le voci maschili vengono poi divise in tenore, baritono, basso; quelle femminili in soprano, mezzosoprano, contralto. Le voci dei bambini sono dette voci bianche.
I PROBLEMI NON FINISCONO MAI
I PROBLEMI NON FINISCONO MAI…,
MA NEANCHE LE SOLUZIONI! (P. Coelho)
1) Un camioncino ha la tara di 1,2 Mg, vengono caricate 12 confezioni di olio da 25 Kg ciascuna. Quanti Kg pesa ora il camioncino? A quanti megagrammi corrispondono?
2) Un cartolaio ha ricevuto 24 pacchi di libri del peso lordo di 65 Kg. Il peso dei libri è di 48,2 Kg. Qual è la tara? Quanti ettogrammi pesa ogni pacco vuoto?
Problemi… a gogò!
PROBLEMI
1. Una scatola di biscotti ha il peso netto di 6,70 hg e la tara di 120 g.. Calcola il suo peso lordo.
2. Su una scatola di cioccolatini è scritto 350 g. Sulla bilancia la scatola pesa 460 g.. Qual è il peso della scatola vuota?
3. Il peso lordo di una confezione di pasta è 1 Kg, la tara è 70 g. Qual è il peso netto?
L’ORECCHIO E IL SENSO DELL’ UDITO
STUDIARE A PAG. 348 DEL LIBRO DI TESTO E SEGUIRE CON ATTENZIONE IL VIDEO CHE VI PROPONGO, CHE VI CONDURRA’ VIRTUALMENTE… ALL’INTERNO DELL’ORECCHIO STESSO!
LE MERAVIGLIE DEL CORPO UMANO
L’orecchio e l’udito ci permettono di orientarci nell’ambiente, di imparare la lezione di musica, di comunicare con gli altri o di metterci in guardia davanti a un pericolo. È uno dei sensi più complessi che abbiamo. Vediamo come funziona.
Dei nostri cinque sensi, l’udito è il primo a formarsi, quando ancora siamo un feto di soli 3 mesi di vita. Il suo scopo è quello di trasformare gli stimoli acustici in sensazione uditiva (suono), prelevando i segnali sonori dall’ambiente esterno e trasformarli per inviarli al cervello, dove vengono decodificati e riconosciuti.
Per il nostro orecchio, ogni suono esterno ha la forma di un’onda sonora, esattamente come quelle che vediamo al mare o che provochiamo da soli muovendo le mani n una pozza d’acqua.
Il complesso sistema di meccanismi preposto a questo scopo è l’apparato uditivo, che ci permette di percepire un’onda sonora come un suono definito, con precise caratteristiche di intensità, potenza e volume.
COM’È FATTO IL NOSTRO ORECCHIO
L’orecchio è suddiviso in tre parti:
L’orecchio esterno, che corrisponde al padiglione auricolare, e serve a raccogliere e orientare le onde sonore verso l’interno, svolgendo anche una funzione di protezione dell’orecchio medio. Non è per caso che il padiglione ha quella strana forma. Osservalo: quella specie di piccolo labirinto concentrico che termina con un buco, è fatto così proprio per raccogliere i suoni e indirizzarlo verso l’interno.
Poi c’è l’orecchio medio, costituito da una membrana chiamata timpano e dalla cassa timpanica. Il timpano, che assomiglia a un velo di chewing-gum, ha il compito di captare, amplificare e trasmettere le vibrazioni delle onde sonore all’orecchio interno.
Oltre al timpano ci sono tre piccoli ossicini: il martello, l’incudine e la staffa. Questi, vibrando, trasmettono le onde sonore alla coclea (detta anche chiocciola, propria per la forma che ricorda quella delle chiocciole di mare o di terra).
La coclea è il cuore dell’orecchio interno, costituito da una serie di cavità scavate nell’osso temporale, ed è qui che l’energia uditiva viene elaborata e trasformata in impulsi elettrici poi inviati al cervello.
Lungo questa specie di spirale che è la coclea, ci sono delle minuscole cellule sensoriali dette cellule ciliate, che rilevano il movimento e lo trasformano in segnali chimici per il nervo uditivo.
Poi il nervo uditivo trasmette il messaggio al talamo e poi alla corteccia cerebrale, che è l’area del cervello che elabora e interpreta ciò che ascoltiamo.
L’UDITO NEGLI ANIMALI
Molti animali, come ad esempio i felini, hanno un udito molto più sviluppato del nostro, che gli permette di sentire un oggetto in avvicinamento a chilometri di distanza.
Un caso molto indicativo è quello dei pipistrelli, che pur essendo quasi ciechi “vedono” con le orecchie.
Sicuramente li avrai notati, qualche volta nelle sere d’estate, con quel volo circolare intorno alle case. Per conoscere la distanza esatta dalle cose, i pipistrelli emettono onde sonore ad alta frequenza che “rimbalzano” sugli oggetti e ritornano a loro, permettendogli ad esempio di determinare la distanza di un ostacolo, per evitarlo, o di localizzare una preda.
Espressioni aritmetiche
Ancora espressioni!
324 : {90 · 2 – 4 – 5 · [50 + 2 – 4 · (5 · 8 – 7 · 4) + (24 · 5 + 36 · 2) : 8]} = [9]
{75 · 15 – 8 · [153 – 6 · (56 – 288 : 9) + (36 + 90 · 6) : 8]} : 53 = [9]
Buona giornata a tutti voi!