iNS.Rosa Nigro

CIPI’ 4 

Un posto per il nido (capitolo 11)

Un chiaro mattino la passeretta disse a Cipì: Sono guarita! Ho una voglia matta di giocare! Vieni? – Via! – gridò Cipi, e si lanciarono tutti e due nel cielo gridando di felicità. Che corse pazze quei giorni! Dal grande albero dalle palline rosse al nastro d’argento, dalla cima della collina alle nuvolette rosa, dalla bandierina della torre all’erba dei prati, li portava l’irresistibile desiderio di volare, di giocare, di vivere finalmente liberi. Qualche volta, a sera, ansanti s’accorgevano… di non aver mangiato. – Che importa? – gridava Cipì. – Mangeremo domani! – sospirava Passeri. E si addormentavano stanchi e felici dove capitava: sotto una tegola o sul fieno o sotto le stelle, l’uno accanto all’altra, cosi vicini che il battito dei due cuori pareva un battito solo.Un giorno però decisero: – Adesso basta giocare, ci mettiamo al lavoro e facciamo la nostra casetta. – Parola di Cipì! – disse lui. – Parola di Passeri! – disse lei. E si misero a cercare un posto quieto e sicuro. – Sarebbe bello in riva al nastro d’argento, vicino agli occhi colorati dei prati! – sospirò la passeretta. – Sarebbe bello… ma l’uomo ci porterebbe via i piccoli! – osservò Cipì.
– E sul grande albero dalle palline rosse? -Troppo chiasso! – Io vorrei un posto da cui si vedesse sempre Palla di fuoco, – disse Passeri, impaziente di cominciare. Cerca e cerca finalmente trovarono: sul palazzo dove Cipì era nato, proprio sullo spigolo del tetto opposto c’era una tegola libera: da lì si vedeva Palla di fuoco dal mattino alla sera, quando calava stanco al di là del nastro d’argento su una strisciolina verde così vicina all’acqua che se fosse stato un po’ distratto qualche volta ci sarebbe cascato dentro. – Qui faremo la nostra casa – dissero, e si misero subito al lavoro.

Rispondi alle domande barrando una sola casella

A – Cosa disse una mattina la passeretta a Cipì?

A. Sto malissimo, mi fa male l’ala!
B. Sono guarita! Ho voglia di giocare!
C. Vuoi venire a casa mia?
D. Quando torneremo a casa?

B – Cosa rispose Cipì?

A. Io non voglio giocare! E poi se ne andò.
B. Via! E si lanciarono tutti e due nel cielo gridando di felicità.
C. Gioca da sola! E volò via
D. Quando starai meglio voleremo!

C – Di cosa si accorgevano ogni tanto?

A. Che il sole era tramontato.
B. Di non aver mangiato.
C. Di essere stanchi.
D. Che era arrivata la sera

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IL CICLO VITALE DELLA FARFALLA ( SCIENZE ) 

Ciclo vitale della farfalla.

 Lascia mezza pagina sul quaderno e disegna una farfalla.

La vita della farfalla continua ad affascinare. Il passaggio dal bruco alla farfalla è una metamorfosi (cambia il suo aspetto ) rapida che provoca la nascita di una creatura meravigliosa dai disegni geometrici straordinariamente perfetti con una varietà di colori incredibile.
Il ciclo vitale della farfalla si sviluppa in quattro fasi passando dall’uovo, al bruco, la crisalide e infine la farfalla adulta.

Le uova delle farfalle sono molto piccole, di forma circolare, di un colore che sfuma dal bianco alla tonalità del giallo. Quando si sta per schiudere, il colore diventa più scuro e si può notare, grazie alla trasparenza dell’involucro, il bruco che si muove al suo interno. Quando il bruco esce dall’uovo, inizia a nutrirsi del guscio per poi passare alla ricerca di una pianta sulla quale iniziare la sua trasformazione in crisalide.

Il Bruco o larva ha una una durata di vita che può spaziare in base alla varietà della specie da 1 mese ai tre anni. Esiste una specie di bruco di una falena che vive nelle zone fredde  del Circolo Polare Artico per il quale è stato documentato un ciclo vitale che arriva a 14 anni prima della sua trasformazione.

Il bruco più comune mangia le foglie delle piante e può vivere mimetizzandosi nella vegetazione oppure sfoggiando colori sfarzosi. Infatti, spesso le prede non attaccano le specie molto colorate che possono essere indice di tossicità.

Trovata la pianta ospite che consente l’ambiente ideale, il bruco si muta in crisalide.

La crisalide può sia permanere sul terreno che vivere attaccata ad una foglia o ad un ramo tramite una cintura di seta. In alcune specie, la crisalide è un vero e proprio bozzolo, realizzato con un intreccio di fili di seta, realizzato dal bruco.

Solo quando si arriva ad una maturazione all’interno della crisalide  cioè quando il corpo della farfalla si è formato perfettamente ), l’involucro ( il bozzolo ) di seta si rompe. La farfalla fatica ad uscire dal bozzolo. Infatti, vi è una fase lunga durante la quale le ali sono ancora ripiegate. Attraverso l’aspirazione dell’aria, la farfalla riesce a mettere in circolo il sangue dell’insetto, che raggiunge le venature delle ali che si devono poi asciugare con il sole.

La farfalla poi abbandona la crisalide per andare a nutrirsi del nettare dei fiori e riprodursi.

La vita di una farfalla varia in base alle specie. Tuttavia se un bruco può vivere diversi anni, la vita media di una farfalla spazia da un mese fino a quasi un anno.

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IL PRATO. 

Il prato è un terreno che produce erba e fiori di varie specie da falciare almeno una volta all’anno. E’ considerato un grande ecosistema, dove vivono molte specie animali che svolgono diverse funzioni.

Apparentemente sembra non ci sia nessuno, ma se ti avvicini e guardi bene… ecco che scopri che fra l’erba del prato la vita è frenetica!

Insetti che camminano, saltano, volano; vermi e bruchi che cercano e scavano; piccoli animali che appaiono e scompaiono.

Se guardiamo fra le erbe del prato, che brulichio di insetti, che viavai d’animaletti frettolosi, affaccendati, impauriti! Formiche, vespe, calabroni, farfalle e, nei buchi del terreno, i grilli canterini che fanno compagnia ai lombrichi aratori!

Prendiamo ad esempio la coccinella comune, riconoscibilissima per avere il corpo di forma quasi emisferica e le elitre di un bel colore rosso vivo con sette puntini neri, è uno degli insetti più utili all’agricoltura, in quanto, allo stato di larva, distrugge enormi quantità di parassiti delle piante coltivate, specialmente di afidi, noti più comunemente col nome di pidocchi delle piante.

Le lucertole
Serbiamo il nostro rispetto anche alle lucertole, che, come tanti animali, sono le cacciatrici d’insetti, quindi di aiuto all’uomo. Chi non conosce la lucertola grigia, delle muraglie assolate? Spia le mosche, rovista da un buco all’altro per afferrare ogni insetto che passi. E’ la protettrice delle siepi e delle piante rampicanti. La vediamo distendersi al sole, immobile, ma al minimo rumore sparire, tornare, ripiegarsi su se stessa, infilarsi rapida in un crepaccio.

Nel prato volteggiano le farfalle: farfalle bianche, variamente colorate, leggiadre, ma tutte indistintamente dannose. Sono utili solo indirettamente per l’impollinazione dei fiori.

Le api, irrequiete e vivacissime, passavano dall’uno all’altro fiore facendo bottino di polline e di nettare.

La cavalletta, La mantide guerriera, La lucciola, Lo scarabeo e anche la volpe che durante le ore buie cerca prede da catturare.

 

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