La camera degli sposi
L’ARCHITETTURA NEL RINASCIMENTO: FILIPPO BRUNELLESCHI E LA PROSPETTIVA
Brunelleschi: la Formella di per la porta nord del Battistero a Firenze
Brunelleschi – Formella di per la porta nord del Battistero a Firenze
Lorenzo Ghiberti – La formella per il battistero di Firenze
Santa Maria del Fiore a Firenze: la cupola di Brunelleschi
Filippo Brunelleschi e il Duomo di Firenze
Filippo Brunelleschi – La cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze
Lo Spedale degli Innocenti di Brunelleschi a Firenze
Lo Spedale degli Innocenti di Brunelleschi a Firenze – Il linguaggio classico e il modulo vitruviano
GIOTTO
L’artista è conosciuto comunemente con il solo nome di Giotto diminutivo di Ambrogiotto. Il pittore nacque in una famiglia contadina nel 1266 o nel 1267 a Colle, frazione di Vespignano (nel Mugello presso Firenze). Di famiglia povera, si racconta che fu notato dal pittore Cimabue, mentre ancora piccolo, era intento a disegnare su una pietra piatta le pecore che conduceva al pascolo. Il maestro, rimase impressionato dalla bravura del giovinetto, convinse i genitori e condusse con se il pastorello, che divenne il suo allievo.
Giotto di Bondone è stato iniziatore di un cambiamento, di uno stile nuovo, che segnò un punto di rottura con il passato e aprì la via alla modernità dello stile gotico.
3 Giotto – vita e opere in 10 punti
Caratteristiche ed innovazioni di Giotto
1 Elimina lo sfondo dorato (vedi mosaici bizantini) inserisce elementi naturali ed edifici.
2 Inserisce le figure in ambienti interni ed esterni.
3 Intuisce la prospettiva, rappresenta la terza dimensione (3D).
4 Inserisce nelle sue opere il chiaroscuro ed utilizza colori vivaci.
5 Umanizza i santi, mette tutti sulla stessa altezza.
6 Elimina l’aureola dei santi.
7 Raffigura emozione attraverso le espressioni dei visi, le emozioni: tristezza, pianto, rabbia, felicità…
8 I suoi soggetti sono rappresentati con gesti, le figure non sono più statiche come nell’arte bizantina.
9 Veste i suoi personaggi a seconda della moda del tempo.
1o Dispone le figure su linee diagonali, su più piani, di scorcio e di spalle.
11 Le opere più famose di Giotto si trovano a:
Firenze: campanile del duomo di Santa Maria del Fiore
Assisi: affreschi della basilica superiore,
Napoli: Calvario e compianto sul Cristo morto, affreschi dell’antico e del nuovo testamento nella Cappella palatina di Castel Nuovo.
Milano: sala delle udienze affreschi della gloria mondana e trionfo della fama.
Padova: Cappella degli Scrovegni
Bologna: Polittico per l’altare di Santa Maria degli Angeli.
12 La tomba di Giotto di trova a Santa Reparata a Firenze.
Giotto – La rappresentazione delluomo. L’attenzione per il volto
Giotto – La Maestà Ognissanti – Il tema iconografico della Maestà nella pittura toscana
LE TECNICHE ARTISTICHE: IL MOSAICO, L’AFFRESCO, LA VETRATA.
IL MOSAICO
Il mosaico è una tecnica decorativa che consiste nel riprodurre un determinato disegno, attraverso l’accostamento di piccoli frammenti, detti tessere musive, di vario materiale (pietre naturali, sassi, paste vitree, vetro, ceramica, conchiglie…) e di vario colore (sono già colorate, non le coloriamo noi!!!) utilizzate per rivestire pavimenti, pareti o singoli elementi architettonici, scultorei, d’arredamento o oggettistica.Il termine “mosaico” deriva dal latino musaicum opus cioè “opera delle Muse” perché nel passato, le grotte artificiali dedicate alle Muse situate nelle ville romane, erano decorate con una specie di mosaico.Possiamo distinguere il mosaico in due tipologie principali:
- pavimentale
- parietale
L’AFFRESCO
La pittura a fresco, comunemente conosciuta come affresco, viene chiamata così perché si esegue su un intonaco fresco,.
Il colore viene completamente inglobato,
L’affresco è una pittura eseguita su intonaco, appunto ancora “fresco”, cioè appena steso e quindi saturo d’acqua: il colore ne è chimicamente incorporato nell’intonaco che asciugando, si combina con l’anidride carbonica dell’aria e forma il carbonato di calcio, acquistando, particolare resistenza all’acqua e al tempo. I pigmenti, generalmente di origine minerale stemperati in acqua, vengono applicati a pennello direttamente sull’intonaco.
I colori sono costituiti solo da pigmenti, che non contengono fissativi, ma vengono mescolati al latte di calce e quando vengono stesi sulla malta, si compenetrano con il supporto, che li assorbe, creando un tutt’uno.
Una delle migliori caratteristiche di questa pittura è che ha una durata maggiore rispetto alla pittura a secco.
Nella pittura a fresco, poiché l’intonaco assorbe immediatamente il colore, la lavorazione deve essere veloce ed eseguita senza errori, perché non è possibile apportare correzioni o ritocchi, se non a secco, cioè ad intonaco asciutto.
Per ovviare a questo problema, normalmente l’opera si realizza in piccole porzioni, provvedendo di volta in volta ad applicare l’intonaco sulla parte che deve dipingere.
ENCAUSTO
L’encausto è una tecnica pittorica antica risalente al periodo greco. La caratteristica principale di questa tecnica consiste nel diluire i colori con cera fusa. Il dipinto, dopo essere stato eseguito viene anche riscaldato per fare penetrare la cera nei colori, in modo che fissati, acquistando splendore e forza.
Questa tecnica fu molto diffusa nell’antichità ed il prodotto che si ottiene è una pittura artisticamente molto pregiata, durevole nel tempo e luminosa.
Viene spesso confuso con l’affresco, poiché l’affresco a volte, dopo essere stato ultimato e asciutto, veniva sottoposto ad un trattamento con cera vergine di api, che lo rendeva molto simile all’encausto. Bisogna anche distinguere questo metodo pittorico, anche dalla pittura a cera, dove si mescolano i colori con cera sciolta in un diluente senza che questi vengano sottoposti a riscaldamento.
Il nome encausto deriva dal greco e significa bruciare. Infatti i colori venivano mescolati a caldo con la cera, che ha la funzione di legante e dopo essere stati applicati venivano riscaldati con modalità diverse e fissati.
Oltre che nella pittura murale, su intonaco, si applicava su terrecotte, avorio, legno, marmo e su altri supporti.
La tecnica fu usata prima dai Greci e poi dai Romani. Nel Medioevo, fu dimenticata e non se ne ha traccia.
Poi, in età moderna, la scoperta delle pitture di Pompei e la descrizione di questo metodo pittorico, lasciata dallo scrittore latino Plinio, invogliarono alcuni artisti a tentare di rinnovare la tecnica e così ritornò alla ribalta.
LA VETRATA
La vetrata è costituita da pezzi di vetro colorato di forme diverse, disposti in modo da formare un disegno prestabilito, saldati con il piombo. Le vetrate sono un elemento che ci riporta con la mente al medioevo e alle cattedrali gotiche nelle quali la luce, filtrata dai vetri colorati delle finestre, irradiava le navate creando effetti bellissimi e sempre diversi. Le vetrate solitamente rappresentavano personaggi e scene tratte dalle Sacre Scritture con immediatezza.
L’ARTE GOTICA
Quali caratteristiche presenta lo stile gotico?
La pittura ad affresco decora le pareti degli edifici sacri e civili, mentre si diffonde la pittura su tavola, impreziosita dai fondi dorati, destinata agli altari. Nasce la tecnica della vetrata, che decora le grandi finestre e i rosoni delle cattedrali. Continua l’uso di dipingere miniature.
LA SCULTURA GOTICA
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IL ROMANICO NELLE DIVERSE REGIONI
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L’ARTE ROMANICA
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