Prof.ssa Giovanna Salviani

L’ARTE GRECA: IL PARTENONE 

Il Partenone

Il Partenone, tempio simbolo della grecità, situato sull’acropoli di Atene, fu realizzato per volere di Pericle tra il 447 e il 438 a.C. dagli architetti Ictino e Callicrate.

Le tipologie dei templi greci – Le elaborazioni architettoniche in ambito greco e romano

Facciata del tempio dorico.

Consiglio la visione del film: “Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: il Ladro di Fulmini”.

Alcune scene del film sono ambientate all’interno del Partenone.

https://www.youtube.com/watch?v=YNwcu5JYk2o

https://www.youtube.com/watch?v=9hoSF_oY8Jw

 

L’eretteo
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LE TECNICHE ARTISTICHE: IL MOSAICO, L’AFFRESCO, LA VETRATA. 

IL MOSAICO

Il mosaico è una tecnica decorativa che consiste nel riprodurre un determinato disegno, attraverso l’accostamento di piccoli frammenti, detti tessere musive, di vario materiale (pietre naturali, sassi, paste vitree, vetro, ceramica, conchiglie…) e di vario colore (sono già colorate, non le coloriamo noi!!!) utilizzate per rivestire pavimenti, pareti o singoli elementi architettonici, scultorei, d’arredamento o oggettistica.Il termine “mosaico” deriva dal latino musaicum opus cioè “opera delle Muse” perché nel passato, le grotte artificiali dedicate alle Muse situate nelle ville romane, erano decorate con una specie di mosaico.Possiamo distinguere il mosaico in due tipologie principali:

  • pavimentale
  • parietale

L’AFFRESCO
La pittura a fresco, comunemente conosciuta come affresco, viene chiamata così perché si esegue su un intonaco fresco,.
Il colore viene completamente inglobato,
L’affresco è una pittura eseguita su intonaco, appunto ancora “fresco”, cioè appena steso e quindi saturo d’acqua: il colore ne è chimicamente incorporato nell’intonaco che asciugando, si combina con l’anidride carbonica dell’aria e forma il carbonato di calcio, acquistando, particolare resistenza all’acqua e al tempo. I pigmenti, generalmente di origine minerale stemperati in acqua, vengono applicati a pennello direttamente sull’intonaco.
I colori sono costituiti solo da pigmenti, che non contengono fissativi, ma vengono mescolati al latte di calce e quando vengono stesi sulla malta, si compenetrano con il supporto, che li assorbe, creando un tutt’uno.
Una delle migliori caratteristiche di questa pittura è che ha una durata maggiore rispetto alla pittura a secco.
Nella pittura a fresco,
poiché l’intonaco assorbe immediatamente il colore, la lavorazione deve essere veloce ed eseguita senza errori, perché non è possibile apportare correzioni o ritocchi, se non a secco, cioè ad intonaco asciutto.
Per ovviare a questo problema, normalmente l’opera si realizza in piccole porzioni, provvedendo di volta in volta ad applicare l’intonaco sulla parte che deve dipingere.

 

ENCAUSTO

L’encausto è una tecnica pittorica antica risalente al periodo greco. La caratteristica principale di questa tecnica consiste nel diluire i colori con cera fusa. Il dipinto, dopo essere stato eseguito viene anche riscaldato per fare penetrare la cera nei colori, in modo che fissati, acquistando splendore e forza.
Questa tecnica fu molto diffusa nell’antichità ed il prodotto che si ottiene è una pittura artisticamente molto pregiata, durevole nel tempo e luminosa.
Viene spesso confuso con l’affresco, poiché l’affresco a volte, dopo essere stato ultimato e asciutto, veniva sottoposto ad un trattamento con cera vergine di api, che lo rendeva molto simile all’encausto. Bisogna anche distinguere questo metodo pittorico, anche dalla pittura a cera, dove si mescolano i colori con cera sciolta in un diluente senza che questi vengano sottoposti a riscaldamento.
Il nome encausto deriva dal greco e significa bruciare. Infatti i colori venivano mescolati a caldo con la cera, che ha la funzione di legante e dopo essere stati applicati venivano riscaldati con modalità diverse e fissati.
Oltre che nella pittura murale, su intonaco, si applicava su terrecotte, avorio, legno, marmo e su altri supporti.
La tecnica fu usata prima dai Greci e poi dai Romani. Nel Medioevo, fu dimenticata e non se ne ha traccia.
Poi, in età moderna, la scoperta delle pitture di Pompei e la descrizione di questo metodo pittorico, lasciata dallo scrittore latino Plinio, invogliarono alcuni artisti a tentare di rinnovare la tecnica e così ritornò alla ribalta.

LA VETRATA
La vetrata è costituita da pezzi di vetro colorato di forme diverse, disposti in modo da formare un disegno prestabilito, saldati con il piombo. Le vetrate sono un elemento che ci riporta con la mente al  medioevo e alle cattedrali gotiche nelle quali la luce, filtrata dai vetri colorati delle finestre, irradiava le navate creando effetti bellissimi e sempre diversi. Le vetrate solitamente rappresentavano personaggi e scene tratte dalle Sacre Scritture con immediatezza.

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I vasi Canopi egizi. 

Quello che vediamo nella foto sono #vasoscanopo o canope. Erano contenitori utilizzati nel processo di #mummificazione, all'interno dei quali si depositavano le viscere delle #mummie, lavate e imbalsamate, allo scopo di preservarle affinché il defunto potesse rivivere nell'altra vita secondo le credenze egiziane. .La loro apparizione risale alla VI dinastia, ma fu nell'epoca ramessida che si evolvono nel modo che conosciamo oggi. Quattro bicchieri con la testa di ognuno dei figli di #Horus, questi erano: . 1- #Amset: vaso con coperchio a forma di testa umana, che conserva il fegato. . 2- #Hapy: vaso con coperchio a forma di testa di babbuino, dove si depositavano i polmoni. . 3- #Kebeshenuef: vaso con coperchio a forma di testa di falco, contenente le viscere. . 4- #Duamutef: vaso con coperchio a forma di sciacallo, con lo stomaco del defunto. . Il cuore rimaneva al suo posto, poiché doveva essere la sede dei sentimenti, dei pensieri, della coscienza e della vita, per questo era importante che non si separasse dal corpo. . I vasi venivano introdotti in una scatola di legno trasportata su una slitta durante il corteo funebre. Ognuno era protetto da una dea titolare (rispettivamente #Isis, #Neftis, #Selkis e #Net) e doveva essere orientato verso uno dei punti cardinali: fegato verso sud, polmoni verso nord, intestino verso ovest e stomaco verso est.

    Quello che vediamo nella foto sono vasi canopi. Erano contenitori utilizzati nel processo di mummificazione, all’interno dei quali si depositavano le viscere delle mummie, lavate e imbalsamate, allo scopo di preservarle affinché il defunto potesse rivivere nell’altra vita secondo le credenze egiziane. La loro apparizione risale alla VI dinastia, ma fu nell’epoca ramessida che si evolvono nel modo che conosciamo oggi. Quattro vasi con la testa di ognuno dei figli di #Horus, questi erano: . 1- #Amset: vaso con coperchio a forma di testa umana, che conserva il fegato. . 2- #Hapy: vaso con coperchio a forma di testa di babbuino, dove si depositavano i polmoni. . 3- #Kebeshenuef: vaso con coperchio a forma di testa di falco, contenente le viscere. . 4- #Duamutef: vaso con coperchio a forma di sciacallo, con lo stomaco del defunto. Il cuore rimaneva al suo posto, poiché doveva essere la sede dei sentimenti, dei pensieri, della coscienza e della vita, per questo era importante che non si separasse dal corpo. I vasi venivano introdotti in una scatola di legno trasportata su una slitta durante il corteo funebre. Ognuno era protetto da una dea titolare (rispettivamente #Isis, #Neftis, #Selkis e #Net) e doveva essere orientato verso uno dei punti cardinali: fegato verso sud, polmoni verso nord, intestino verso ovest e stomaco verso est.

 

La mummificazione
https://www.youtube.com/watch?v=ffHEz3sZYYY

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L’ARTE EGIZIA: LE PIRAMIDI E LA SFINGE 

Le piramidi di Giza

Per vigilare sul sonno dei faraoni seppelliti nelle piramidi, era stata posta all’ingresso della necropoli una colossale sfinge, un essere mostruoso con il corpo di leone e la testa umana. 

La sfinge presenta probabilmente i lineamenti del volto di Chefren, il faraone che la fece realizzare intorno al 2500 a.C. e porta sulla testa il “nemes”, il copricapo regale.

È stata scolpita direttamente su un enorme blocco di roccia calcarea che affiorava dalla sabbia. La sua altezza massima è di 20 metri mentre la lunghezza arriva a 73 m. Queste misure da record le hanno dato il primato di statua monolitica più grande del mondo.


La sfinge.

Per approfondire: la grande Sfinge

Per approfondire: Nefertiti
https://youtu.be/sRpm9IwVpvc

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L’ARTE EGIZIA: CANONE EGIZIO E SISTEMA DI RAPPRESENTAZIONE 

Tutta la produzione artistica dell’arte egizia è legata al culto degli dei e del faraone. La sua immagine deve sempre essere imponente e rispettare un insieme di rigide regole (canone). La figura umana aveva due canoni fondamentali:
– per la pittura: la figura è sempre stilizzata, alcune parti erano in vista frontale (il busto e l’occhio) altre in vista di profilo (gli arti e il viso). Per la costruzione veniva utilizzato un reticolo quadrettato che definiva le proporzioni fisse dell’uomo rappresentato.
Gli egizi usavano come unità di misura i riquadri di una griglia quadrettata sovrapposta al corpo: l’altezza totale poteva variare da 18 a 23 quadretti, un piede doveva misurare tre quadretti e così via.

– per la scultura:
la figura umana in piedi ha le gambe leggermente divaricate e una gamba leggermente più avanti. La figura umana seduta, in trono, è sempre composta e ben dritta. 
In ogni caso il faraone è sempre più grande di chiunque altro al suo fianco. Le proporzioni rispettano le gerarchie non le forme reali.

Sistema di rappresentazione egizio: Canone egizio

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