Cari bambini e care bambine,
data la situazione, ce l’ho messa tutta per raccontarvi qualcosa della LINGUA ITALIANA… ed in qualche modo, ho anche cercato di rendervela amica!
So che non è facile, che è una amica esigente e testarda, che non perdona niente…ci tende trappole e trabocchetti, a volte è anche dispettosa…
Ma è la nostra lingua e dobbiamo imparare ad amarla!
Attraverso la lingua, le sue tante parole, possiamo comunicare i nostri pensieri, i sentimenti, le gioie e i dolori, i momenti belli e quelli brutti…possiamo donare agli altri il nostro ESSERE e la nostra CULTURA!
Forse non basterebbero mille esercizi per diventare esperti di lingua italiana, nè basterà il breve e veloce viaggio, compiuto insieme, fra le parole e le regole della nostra lingua…
Vi chiedo scusa, se a volte sono stata noiosa, se mi sono dilungata troppo…
Ho provato, con tutta me stessa, ad accompagnarvi in luoghi sconosciuti della nostra lingua, di farvi intravedere ciò che io stessa ho visto, nei miei viaggi fra le parole.
Attraverso i libri che vi ho letto ho voluto “spingervi” fra le trame di storie incredibili o misteriose, divertenti e folli, tristi o allegre….
Ho cercato di sollecitare la vostra curiosità, qualche emozione, il desiderio di continuare da soli il viaggio, fra le pagine…
Ho provato, insomma, a piantare un piccolo seme…ad abbozzare delle piccole ali…
Adesso tocca a voi… far germogliare e far crescere il seme, far spuntare le ali…e prendere il volo!
Le regole della lingua italiana servono molto, ma non bastano per imparare a scrivere bene.
Ci vuole l’amore per le storie belle, quelle che vi piacciono, vi affascinano, vi incuriosiscono, vi fanno sognare…perchè la LINGUA è anche questo, un treno fantastico, che vi potrà condurre dovunque vogliate.
Esplorerete mondi, incontrerete persone, comunicherete persino con gli animali: pensate a Cipì o alla Gabbianella..
LEGGERE E’ VIVERE MILLE E MILLE VITE e MOLTE, MOLTE VOLTE…E VOLARE LONTANO!
Per me la lettura è stato tutto questo e vi auguro di cuore che sarà così anche per voi!
Vi ringrazio per avermi ascoltato e accompagnato in questo viaggio e vi auguro un mondo di bene e un nuovo anno scolastico fantastico e superbo!
Maestra Teresa
grammaticapluriclasse4^-5^
L’IMPERATIVO
Oggi, cari bambini e care bambine, termina il nostro viaggio nei modi verbali!
Incontreremo l’ultimo della serie : IL MODO IMPERATIVO!
Se leggendo il nome ” IMPERATIVO”, vi vengono in mente le storie degli IMPERATORI, che comandavano su popoli ed eserciti, su principi e re…siete vicini al vero, perchè la parola IMPERATIVO viene dal latino IMPERARE, che significa COMANDARE!
In effetti l’IMPERATIVO E’ IL MODO che trasmette un COMANDO, UN ORDINE…ma anche una RICHIESTA, un INVITO, un’ ESORTAZIONE, un RIMPROVERO:
- VIENI qui!
- STAI calmo!
- ANDIAMOCENE!
- ABBIATE pietà!
E’ simpatico l’IMPERATIVO perchè HA SOLO UN TEMPO: IL PRESENTE, perchè non si possono dare ordini per il passato!
NON HA LA PRIMA PERSONA SINGOLARE, perchè non si possono dare ordini a se stessi!
HA FORME PROPRIE solo per la la SECONDA PERSONA SINGOLARE e PLURALE.
PER LE ALTRE FORME SI USA IL congiuntivo presente.
Osserviamo, per esempio, l’imperativo del verbo cantare:
……………..(non c’è la prima persona)
canta tu (forma propria)
canti egli (dal congiuntivo)
cantiamo noi (dal congiuntivo)
cantate voi (forma propria)
cantino essi (dal congiuntivo)
Spesso l’IMPERATIVO è accompagnato da formule gentili, che lo addolciscono molto: per favore, per piacere, per cortesia…
Notate la differenza tra: DAMMI Ia penna! ——————–PER FAVORE, DAMMI la penna!
ATTENZIONE a…cinque imperativi SPECIALI!
Ci sono alcuni verbi come ANDARE, FARE, STARE, che alla SECONDA PERSONA SINGOLARE, usano due forme possibili: quella normale VAI – DAI – FAI – STAI oppure con il troncamento della desinenza finale, sostituita da un apostrofo (NON UN ACCENTO!):
VA’
DA’
FA’
STA’
Per il verbo DIRE… questa è LA REGOLA: si usa sempre: DI’!
VI allego due semplici esercizi:
IL MODO CONDIZIONALE
Cari ragazzi e care ragazze, con grande gioia, vi annuncio, che siamo praticamente al termine del percorso di ripasso e approfondimento dei MODI e DEI TEMPI DEL VERBO.
Ci resta solo da fare quattro chiacchiere sul MODO CONDIZIONALE e sul MODO IMPERATIVO!
Con questo, non voglio illudervi: sapere che i verbi esistono, (così come tutte le altre parti del discorso), non significa che sapremo scrivere senza errori…ma è senz’altro un primo, importante passo, perchè senza la conoscenza, non ci può essere nessuna abilità (saper fare qualcosa), nè la competenza (conoscere e saper fare talmente bene qualcosa, da essere fra i numeri uno), quindi, in pratica…ESSERE QUALCUNO.
Per imparare a scrivere bene, oltre a conoscere la grammatica, bisogna LEGGERE, leggere molto, leggere storie belle e appassionanti, scritte talmente bene che le parole vi prendono e vi accompagnano nei luoghi, nei mondi e fra le persone, che descrivono…
LEGGERE è molto più bello che guardare un film, ve l’ho dimostrato nelle poche settimane, che abbiamo trascorso insieme.
Ma non ci perdiamo in chiacchiere e cominciamo ad affrontare il CONDIZIONALE!
Anche IL CONDIZIONALE è un modo verbale che esprime UN DUBBIO, UN’IPOTESI o la POSSIBILITA’ che un fatto si verifichi, ma l’INCERTEZZA DEL CONDIZIONALE è diversa da QUELLA DEL congiuntivo.
Se il congiuntivo si usa per esprimere un’azione che indica un evento possibile ma non sicuro, IL CONDIZIONALE si userà per esprimere un’azione incerta che, però…si verificherà sicuramente se PRIMA si verifica un’altra azione, una certa CONDIZIONE, appunto...( perciò il CONDIZIONALE, si chiama così!)
Il condizionale si usa spesso con il congiuntivo…
Osserviamo con attenzione questo esempio:
- Se papà mi portasse (congiuntivo) al luna park, mi divertirei (condizionale) tantissimo!
Il fatto che papà ti porti al luna parK non è affatto sicuro, per questo si utilizza il congiuntivo …però se ti portasse…ti divertiresti sicuramente!
Ecco come potete notare il divertimento espresso nella seconda frase …è assicurato A CONDIZIONE, che si verifichi l’azione espressa nella prima frase.
Il divertimento resta in dubbio finchè non succede ciò che desidero, sogno o ipotizzo nella prima frase.
ECCO, QUESTO E’ IL LEGAME E ANCHE LA DIFFERENZA FRA IL CONGIUNTIVO E IL CONDIZIONALE!
IL CONDIZIONALE, si usa anche da solo, senza il congiuntivo, per esprimere un’opinione personale, una richiesta cortese, un rimprovero o un disappunto…
- Io lo definirei un bell’atto di coraggio! (opinione)
- Vorrei un bicchiere d’acqua! (richiesta cortese)
- Ti dovrei ancora credere? (rimprovero o disappunto)
Scoprirete il condizionale man mano ed imparerete ad usarlo!
Per ora sappiate che HA SOLO DUE TEMPI:
IL PRESENTE (io giocherei)
IL PASSATO (io avrei giocato)
Vi assegno degli esercizi semplici da eseguire in pochi minuti, ma prima di affrontarli, vi chiedo come sempre di leggere prima ciò che ho scritto e imparare, sul libro di testo i tempi del MODO CONDIZIONALE.
RIFLETTERE SULLA FRASE DELL’ESERCIZIO, alla ricerca dei dubbi…e delle condizioni, che vi ho spiegato prima!
Fare l’esercizio tanto per farlo non servirebbe a nulla.
VI abbraccio tutti!
CONGIUNTIVO: PARTE SECONDA
IL CONGIUNTIVO – L’USO
Il congiuntivo può essere usato in frasi indipendenti e in frasi dipendenti da altre.
L’uso del congiuntivo in frasi indipendenti non è molto frequente e si limita soprattutto ai seguenti casi: ordine/invito/esortazione (con il congiuntivo presente) rivolti a qualcuno a cui si dà del LEI:
- Signora entri, si accomodi pure qui!
- Dottore mi dica la verità!
- Giri al primo incrocio e poi vada sempre dritto!
Si usa del congiuntivo imperfetto in frasi indipendenti, anche quando si esprime un desiderio, che si pensa non possibile, non realizzabile:
- Ah, se potessi tornare al mio paese!
- Se mia madre guarisse!
- Se avessi un lavoro!
- Se i dinosauri tornassero!
- Se incontrassi la principessa Sissy!
- Ah, se avessi le ali!
IN QUESTI CASI E’ ASSOLUTAMENTE CORRETTO, anzi necessario, L’USO DEL CONGIUNTIVO!
IL CONGIUNTIVO È QUASI SEMPRE USATO IN FRASI DIPENDENTI.
La parola congiuntivo, infatti, vuol dire che congiunge.
Il congiuntivo unisce infatti due frasi di cui una è dipendente dall’ altra.
MA CHE COSA SIGNIFICA: “FRASI DIPENDENTI”?
Significa che per esprimere un pensiero con un’ unica frase complessa, si usano due frasi semplici, ognuna con il proprio VERBO e la seconda frase è la logica conseguenza della prima o ne arricchisce il significato.
Es:
- Io so / che Maria è partita domenica!
NOTA BENE: due verbi, due soggetti, due FRASI SEMPLICI ( o PROPOSIZIONI) , unite in UN UNA FRASE COMPLESSA (o PERIODO ). La seconda frase dipende dalla prima.
In questo primo periodo ho usato sempre l’indicativo perché io SONO CERTA di ciò che affermo!
ADESSO riscriviamo il periodo, usando l’indicativo e il congiuntivo:
- Io penso / che Maria sia partita!
CHE COSA E’ CAMBIATO RISPETTO AL PRIMO PERIODO ?
Nel primo periodo: “ Io so che Maria / è partita domenica!”, nella prima frase c’è scritto : IO SO
( quindi, ne sono certa) e uso L’INDICATIVO sia nella prima che nella seconda frase: io so…… è partita.
Nel secondo periodo: “ Io penso / che Maria sia partita domenica!”, c’è scritto IO PENSO ( Lo penso io…ma non sono certa che Maria sia partita)… quindi uso l’INDICATIVO nella prima frase (perché è certo che… io penso), ma uso IL CONGIUNTIVO nella seconda frase (perché non è certo che Maria sia partita davvero!).
ESEMPI A CONFRONTO |
|
SOLO INDICATIVO | INDICATIVO/CONGIUNTIVO |
Sono sicuro che mio fratello arriverà oggi. | Immagino che mio fratello arrivi oggi |
Ho saputo che Angelo è guarito bene | Spero che Angelo sia guarito bene |
So che Maria ha perso il lavoro. | Ho paura che Maria abbia perso il lavoro. |
Se leggi e osservi con attenzione le frasi complesse a confronto, noterai che nelle prime esprimo solo certezze, perciò uso l’indicativo; nelle seconde, le parole: immagino; spero; ho paura…non ti danno certezza: esprimono desideri, speranze, timori…perciò uso anche il congiuntivo.
Si usa il congiuntivo anche quando nella prima frase semplice, (frase principale), ci sono verbi come: volere, preferire, piacere, dispiacere, aspettare, bisognare, essere necessario/essere probabile/possibile/difficile…
- Voglio che tu vada subito a casa. (e non: Voglio che tu vai)
- Mi piacerebbe che venissero a trovarci. (e non: Mi piacerebbe che venivano)
- Aspetto che Luisa mi scriva. (e non: Aspetto che mi scrive)
- Bisogna che Simone traduca questo testo. (e non: Bisogna che Simone traduce questo testo)
SI USA SEMPRE IL CONGIUNTIVO nelle frasi ipotetiche: DOPO IL “SE”, quando si vuole esprimere una possibilità, un’ipotesi.
- Se studiassi di più, imparerei l’italiano e l’inglese.
- Se mi impegnassi, prenderei un bel voto.
- Se fossi Batman, volerei.
- Se non avessi perso il treno, sarei arrivato in orario.
DI FRASI simili, dette FRASI IPOTETICHE o PERIODO IPOTETICO, PARLEREMO MEGLIO E DI PIU’ LA PROSSIMA VOLTA, PERCHE’ DOVREMMO ANCHE APPROFONDIRE IL MODO CONDIZIONALE!
ADESSO MI SFORZERO’ DI SPIEGARE COME SI USANO I TEMPI DEI VERBI,
IN DUE FRASI DIPENDENTI!
Se nella frase principale c’è il presente indicativo…si usa il congiuntivo presente, nella seconda frase (per esprimere la contemporaneità: oggi/oggi).
Es:
Penso che Michele lavori alla Fiat.
(Oggi) Penso che Michele (oggi) lavori alla Fiat.
Si usa invece il congiuntivo passato (per esprimere l’anteriorità: oggi/in passato), esprimo oggi ciò che forse è successo in passato.
Es:
Penso che Michele abbia lavorato alla Fiat.
(Oggi) Penso che Michele (in passato) abbia lavorato alla Fiat.
Se nella frase principale c’è il passato (indicativo imperfetto o passato prossimo ): Pensavo che… / Ho pensato che… si usa il congiuntivo imperfetto (per esprimere la contemporaneità: ieri / ieri)
Es:
Pensavo che Michele lavorasse alla Fiat.
(Ieri) Pensavo che Michele (ieri) lavorasse alla Fiat.
Si usa il congiuntivo trapassato per esprimere l’anteriorità (ieri/ in passato
Es:
Pensavo che Michele avesse lavorato alla Fiat
(Ieri) Pensavo che Michele (in passato) avesse lavorato alla Fiat.
ADESSO ESERCITIAMOCI UN PO’, MA RIPETO, PRIMA DI AFFRONTARE GLI ESERCIZI, E’ NECESSARIO LEGGERE MOLTO BENE LA LEZIONE, SOFFERMARSI SUGLI ESEMPI E STUDIARE IL MODO CONGIUNTIVO!
IL CONGIUNTIVO…PROVANDO S’IMPARA!
Buongiorno ragazzi! Oggi cercheremo di avvicinarci un un pò al MODO CONGIUNTIVO E AI SUOI TEMPI.
Non è facile, per me, spiegare IL CONGIUNTIVO, a distanza, ma ci proverò!
In una delle lezioni precedenti accennavamo al fatto che il congiuntivo è considerato un “modo” del verbo, difficile da usare.
Cercheremo di conoscerlo un po’ meglio, confrontandolo con l’indicativo.
La prima differenza fra l’indicativo e il congiuntivo consiste nel fatto che il primo è il modo
dell’ oggettività, della certezza (solo ciò che è assolutamente vero è oggettivo);
il congiuntivo è il modo della soggettività: presenta i fatti come noi li desideriamo, li immaginiamo, li speriamo, li temiamo…ma non esprime certezza.
IL MODO CONGIUNTIVO esprime il dubbio, un desiderio, un’incertezza, un parere, un timore un augurio, una speranza, un’ipotesi!
Facciamo qualche esempio!
Se io, usando il presente indicativo del verbo essere, dico: ” Marco è un bravo ragazzo”… affermo qualcosa che non lascia dubbi.
Se dico: ” Penso che Marco sia un bravo ragazzo!” non è altrettanto certo! Infatti, io lo penso, lo immagino, lo spero, ma non è detto che sia vero; potrei anche sbagliarmi…Marco potrebbe rivelarsi tutt’altro che bravo…
Per cogliere questa idea del dubbio, dell’incertezza e dell’ipotesi (che dev’essere confermata),espressa dal CONGIUNTIVO, riflettiamo su altri esempi:
- Ah, se fosse già sabato! (E’ UN DESIDERIO…ma non è sabato!)
- Che io abbia visto male? ( E’ UN DUBBIO che mi assale!)
- Vorrei che tu andassi dal dottore. (E’ UNA SPERANZA o UNA POSSIBILITA’)
- Mi auguro che tu guarisca. (LO SPERO, LO DESIDERO,ma non è detto che accada)
- Spero che Lucia torni presto. (LO SPERO, ma potrebbe non succedere)
- Credo che Michele studi medicina. (MI SEMBRA, ma non ne sono certa.)
Leggendo con attenzione queste frasi espresse con il congiuntivo, vi rendete conto che nessuna di esse esprime una certezza.
Se le stesse frasi fossero state espresse con indicativo, non avremmo avuto dubbi: “E’ sabato!” ; “Non ho visto male!”; ” Guarirai !”; “Lucia torna presto!”; “Michele studia Medicina.”
Ecco, ho cercato di spiegarvi al meglio qual è la differenza fra il congiuntivo e l’indicativo!
Adesso tocca a voi impararlo… ed imparare ad usarlo!
Intanto diciamo ciò che è certo!
IL CONGIUNTIVO HA QUATTRO TEMPI:
due semplici: il presente – ( che io sia); (che io abbia); (che io balli) e l’Imperfetto (che io fossi); (che io avessi); (che io ballassi)…
due composti: il passato – ( che io sia stato); (che io abbia avuto) ;(che io abbia ballato) e il trapassato – (che io fossi stato); (che io avessi avuto); ( che io avessi ballato)…
IO CE L’HO MESSA TUTTA, A SPIEGARVI IL CONGIUNTIVO… MA NON E’ DETTO CHE CI SIA RIUSCITA !
ADESSO TOCCA A VOI! E se non ci riuscite subito, pazienza!
Leggete ad alta voce la mia lezione, così vi ascoltate ed è come se mi regalaste la vostra voce. Giocate ai maestri di voi stessi insomma…
Poi studiate il congiuntivo dei verbi ausiliari e degli altri tre verbi, uno per ogni coniugazione, presenti sul vostro libro!
INFINE ESERCITATEVI UN PO’ !
A TUTTO…VERBO!
Miei cari, vorrei proporvi un ripasso generale del verbo, considerando gli aspetti principali di questa… molto…VARIABILE…parte del discorso!
IL VERBO… PRIMA PUNTATA!
Il VERBO ormai sarà chiaro, è il CUORE DELLA FRASE!
Ha la funzione fondamentale di fornire informazioni sul SOGGETTO della frase.
Il verbo può infatti indicare:
1) Un’azione che il soggetto compie: ” Luca gioca”
2) Un’azione che il soggetto subisce: ” Luca è stato interrogato dall’insegnante.”
3) Un’azione che il soggetto compie e subisce: ” Luca si lava.”
4) Uno stato del soggetto: ” Luca esiste.”
5) Una qualità del soggetto: “Luca è bello.”
IL VERBO indica il TEMPO: PASSATO, PRESENTE, FUTURO di un’azione o di uno stato.
PRESENTA sei PERSONE: io, tu egli, noi, voi, ess
Nella lingua italiana esistono tre coniugazioni verbali.
(Per indicare a quale coniugazione appartiene un verbo, si guarda la desinenza, cioè la parte finale del MODO INFINITO PRESENTE:
AMARE = (prima coniugazione);
VEDERE = (seconda coniugazione);
PARTIRE = (terza coniugazione
I verbi ESSERE ed AVERE, hanno una CONIUGAZIONE PROPRIA.
Nella lingua italiana ci sono sette modi e si distinguono in quattro MODI FINITI ( Indicativo – congiuntivo – condizionale – imperativo) e tre MODI INFINITI ( infinito, participio, gerundio)
MA CHE COS’E’ IL MODO DEL VERBO?
Scusate il gioco di parole, ma IL MODO del verbo… è appunto… il modo in cui viene presentata un’azione.
Se un’azione E’ CERTA si usa il MODO INDICATVO:
“La domenica dormo fino a tardi!” (E’ vero, è così…)
Se un’azione si può PENSARE, IMMAGINARE, SPERARE...ma non è detto che accada,
si usa il MODO CONGIUNTIVO:
” Se dormissi di più…mi sveglierei riposato!”
( E’ un azione, possibile, augurabile…ma NON E’ CERTA!)
Se un’azione è POSSIBILE SOLO A DETERMINATE CONDIZIONI, si usa il MODO CONDIZIONALE: ” Dormirei fino a tardi, se non ci fosse tanto rumore!”
Per dare un comando si usa il MODO IMPERATIVO: “Bambini, dormite!”
QUESTI QUATTRO MODI del verbo si chiamano FINITI, perchè hanno indicazione di persona ( prima, seconda, terza) ; di numero ( singolare , plurale); di tempo (passato, presente, futuro).
I TRE MODI INDEFINITI non indicano la persona che svolge o subisce l’azione, si coniugano solo per Indicare il TEMPO PRESENTE E IL TEMPO PASSATO.
SI CONIUGANO MOLTO RAPIDAMENTE, facciamo un esempio con il verbo AMARE:
INFINITO PRESENTE : amare – INFINITO PASSATO: essere amato
PARTICIPIO PRESENTE: amante – PARTICIPIO PASSATO: amato
GERUNDIO PRESENTE: amando – GERUNDIO passato: avendo amato
Dopo un’ attenta lettura ad alta voce esegui l’esercizio:
L’APPOSIZIONE
APPOSIZIONE o ATTRIBUTO?
Oggi, ragazzi miei, è sabato! Non ci sarebbe lezione!
Ho pensato, però, di non interrompere le lezioni di ripasso di Analisi Logica!
Passerebbe troppo tempo… da un appuntamento all’altro.
RIPASSEREMO, dunque, L’APPOSIZIONE. Tranquilli…niente compiti scritti! Solo una scheda da leggere, PER RICORDARE…. e un ESERCIZIO INTERATTIVO con tre livelli di difficoltà, molto interessante, perchè oltre alla valutazione simultanea…passo dopo passo…vi offre anche la spiegazione immediata!
CHE COS’E’ L’APPOSIZIONE?
COME DISTINGUERE L’APPOSIZIONE DALL’ATTRIBUTO?
LA RISPOSTA E’ SEMPLICE:
L’attributo è sempre un aggettivo, l’apposizione è sempre un nome; l’uno e l’altra si aggiungono al soggetto, al predicato o a un complemento per attribuirgli una qualità o per spiegarlo meglio.
L’ATTRIBUTO
Prima di tutto voglio farvi i miei complimenti, perchè quasi tutti voi avete fatto pochissimi errori, nell’ultimo esercizio di analisi logica; poi vorrei fare alcune precisazioni, partendo proprio da alcune omissioni, presenti nei vostri compiti.
Un’omissione che ho notato riguarda GLI ATTRIBUTI: molti di voi non li considerano mai!
EPPURE LI AVETE STUDIATI!
Ma, ragazzi, non è difficile!
In ANALISI LOGICA gli attributi sono TUTTI GLI AGGETTIVI.
L’ATTRIBUTO è un AGGETTIVO, che accompagna un nome, per indicarne una caratteristica.
Può riferirsi a qualsiasi elemento della frase che sia costituito da un nome…al soggetto, al complemento oggetto e a tutti i complementi indiretti.
ESEMPIO:
Il cane pauroso abbaia.
Il cane= soggetto
pauroso= attributo del soggetto
abbaia = predicato verbale
- Il gatto nero di Lucia dorme.
- Sto leggendo un libro interessante.
- Sto guardando un bel film.
- Mio fratello maggiore, ha comprato una moto nuova.
- Quel cane mi piace!
- Ho mangiato due caramelle.
- Quella rosa è profumata.
- Io ho tanti amici.
PER FAVORE ESEGUITE L’ANALISI GRAMMATICALE E LOGICA DI QUESTE STESSE FRASI, non fa niente se vi ho già offerto un piccolo aiuto, evidenziando alcune parole.
Serve a riflettere proprio sui termini: ATTRIBUTO e AGGETTIVO e sulla loro funzione!
POI, RIPASSATE LA LEZIONE SUL LIBRO DI TESTO!
Vi abbraccio con affetto, questa volta: ZERO ERRORI! Ne sono certa! 🤗
RIFLESSIONI SULLA LINGUA ITALIANA
Cari ragazzi miei, eccoci qui al consueto appuntamento settimanale!
Stamattina, prima si introdurre la lezione, vorrei fare alcune riflessioni ad alta voce con voi!… (Ad alta voce…si fa per dire! 😆) .
Vorrei dirvi di non aver paura della GRAMMATICA ITALIANA e di NON GETTARE LA SPUGNA, se vi rendete conto di fare ancora degli errori!
Gli errori sono utili, perchè è riflettendo su di essi che ci si corregge!
L’immagine che ho scelto oggi, mira proprio a consolarvi! Vuole farvi comprendere un’amara verità: L’ITALIANO E’ DIFFICILE! VERAMENTE DIFFICILE! Ma siamo italiani e sarebbe assurdo arrenderci, non credete?
Un ministro dell’ISTRUZIONE, una volta, ha detto a noi insegnanti che “La lingua, è lo strumento del pensiero!”.
Questa frase si è fissata nella mia mente! Pensateci bene…è uno strumento! Uno STRUMENTO, è un arnese INDISPENSABILE per SVOLGERE UN’ATTIVITA’: non scrivo sul quaderno senza una penna; non coloro senza i colori; non appendo un quadro senza un chiodo…
QUINDI senza conoscere LA LINGUA ITALIANA, non possiamo fare delle cose INDISPENSABILI: comunicare un pensiero, un’idea, un’emozione…per esempio! E poi, comprendere…non solo ciò che ci viene detto, ma anche ciò che leggiamo e quindi, avremo difficoltà ad imparare e a riferire ciò che abbiamo imparato. AVREMO DIFFICOLTA’ a scrivere BENE e senza errori!
Pensate ad uno straniero che comincia a parlare ITALIANO!
Parla in modo strano e ciò spesso ci fa sorridere!
Ma se anche NOI ITALIANI non conosciamo tutte le regole della nostra lingua, come può uno straniero PARLARE IN MODO CORRETTO?
I TRABOCCHETTI della lingua italiana, sono veramente tantissimi!
Il problema non è solo di quel benedetto CONGIUNTIVO, che anche molti italiani non sanno usare!
Ci sono anche cose semplici che confondono le idee!
PER ESEMPIO nella nostra lingua ci sono tantissimi verbi irregolari!
Prendiamo il verbo venire o andare: sono irregolari perchè non posso trattarli come altri verbi.
Se uso il verbo PARLARE, dico IO PARLO, TU PARLI; CANTARE: IO CANTO; TU CANTI; PARTIRE: IO PARTO, TU PARTI; MA con il verbo VENIRE, non posso dire “io veno, tu veni, egli vene”.
Con il verbo ANDARE, non posso dire: “io ando, tu andi, egli anda”.
L’ ITALIANO E’ difficile, per esempio…perché “ai” e “hai” si dicono allo stesso modo, dato che l’ “h” è muta…ma il significato è molto diverso…
La stessa cosa potrebbe valere per E-E’…non sempre quando parliamo facciamo sentire quell’accento, perciò i bambini sbagliano prima di comprendere qual è la differenza fra VERBO ESSERE e CONGIUNZIONE!
LA NOSTRA LINGUA E’ DIFFICILE perché a volte non rispetta le regole neppure sui plurali: posso dire bandito – banditi ma NON dito-diti); è difficile perché le preposizioni non usano sempre le stesse regole : posso dire“vado in ufficio”, ma non posso dire “vado in cinema”.
E’ difficile perché ci sono parecchie parole che hanno un doppio o triplo significato, si chiamano OMONIMI, pensate a : albero- pianta; albero…della nave; squadra-strumento per disegnare figure geometriche e squadra…di calcio; penna per scrivere e penna dell’uccello; riccio-animale e riccio dei capelli; vite- pianta; vite per avvitare; vite…come plurale di vita; era- voce del verbo essere ed era- lungo periodo di tempo; rosa-fiore e rosa colore… Queste parole servono giusto per fare qualche esempio, ma ce ne sono tantissime!
Insomma, cari bambini miei, non vi preoccupate se sbagliate ancora, non vi arrendete…CONTINUATE A STUDIARE, AD INCURIOSIRVI…E’ LA NOSTRA LINGUA: dobbiamo conoscerla a tutti i costi!
RIPASSO DI ANALISI LOGICA
Cari bambini, dopo aver corretto i vostri compiti ritengo utile un ulteriore approfondimento dell’analisi logica. Vi invio una sintesi da ripassare e degli esercizi da svolgere! Vi prego vivamente di ricordare che molte cose si imparano bene solo attraverso lo studio e l’esercizio costante! Vi saluto affettuosamente! |